2021
lost in myst
‘These pages are my journey, my story, my path.
They are not meant to cover up but to reveal.
Sometimes in poem, sometimes in story, sometimes clear,
sometimes vague, sometimes long, sometimes brief.’
A fine giugno io e Federica Di Pietrantonio abbiamo vagato per la Tuscia, alla ricerca di paesaggi ispirati a quelli dei videogiochi della serie Myst, a cui giocavo quando avevo più o meno 12 anni e riscoperti solo recentemente durante il primo lockdown.
Ne è venuto fuori un racconto fotografico dall’atmosfera magica di quella che viene chiamata “Tuscia incantata”. Grazie alla preziosa progettazione grafica di Andrea Frosolini, le fotografie dialogano e accompagnano gli screenshot dell’opera di Federica nel catalogo, uscito a ottobre, creando un racconto ancora più complesso e stratificato di illusione, tra reale e immaginario.
Il progetto è stato finanziato con l’avviso pubblico ‘Lazio contemporaneo’ per iniziativa della Regione Lazio - Lazio creativo, con il supporto di the Gallery Apart .
Federica Di Pietrantonio. Lost in Myst >> Vanilla edizioni
Federica Di Pietrantonio
lost in myst
Inaugurazione: 2 ottobre 2021, h 18.00
Celleno – Borgo Fantasma, Viterbo
COMUNICATO STAMPA
lost in myst è un video d’artista della durata di 39 minuti la cui narrazione, che procede attraverso elementi tipici della sintassi filmica (riprese, dialoghi, sottotitoli e musica), si manifesta sotto forma di passeggiata virtuale, di deambulazione all’interno di un paesaggio originariamente ideato come scenografia di videogioco e trasformato dall’artista in simulacro dello straordinario scenario naturale costituito dai luoghi della cosiddetta “Tuscia incantata”, una collana di borghi e luoghi di grande bellezza raccolti in un itinerario costruito in un’ottica di promozione e valorizzazione del territorio della Tuscia.
Le opere di Federica Di Pietrantonio nascono di norma da piattaforme e da esperienze virtuali, frutto dell’abitudine ad attraversare mondi, come Second Life o alcuni giochi elettronici, al fine di vivere esperienze dirette seppure non reali attraverso avatar e alter ego. La tecnologia viene messa dall’artista al servizio, oltre che dell’accuratezza dell’opera e della fruibilità da parte dello spettatore, soprattutto di una originale modalità di esperienza, trattando gli scenari di tali piattaforme virtuali come luoghi di archeologia informatica caratterizzati da un’aura di splendore e decadenza.
Il video lost in myst si appropria dei quadri scenici del videogioco Myst e della sua piattaforma online Myst Uru. Nato nel 1993, Myst è un videogioco studiato per essere esplorato la cui piattaforma online è stata chiusa nel 2008; al momento Federica Di Pietrantonio è tra i pochissimi utenti che visitano quei luoghi.
Attraverso una visione spezzata e sovrapposta, il film intende offrire un'esperienza immersiva in cui lo spettatore è spinto a tradurre la passeggiata virtuale in una proiezione di esperienza reale riferita, seppure in forma traslata e metaforica, ai luoghi della Tuscia. Il continuo mutamento di paesaggio, la ricchezza di simbologie e riferimenti a civiltà lontane e a epoche diverse, tanto passate quanto futuribili, da una parte colgono l’essenza del vagabondare tipico della navigazione su piattaforme virtuali e dall’altra trasmettono il senso della possibilità, propria della vita reale, di immergersi nell’ambiente circostante con la capacità di coglierne ogni sfumatura di differenza, ogni ricchezza di linguaggi, ogni opportunità di godere luoghi straordinari che si collocano oltre il rapporto tra esperienza e fantasia.
Parallelamente alle immagini, con uguale libertà di espressione e senza vincoli stringenti di conseguenzialità narrativa, si dipana una colonna sonora fatta essenzialmente di pensieri e parole intime, quasi un racconto che segue la stessa sorte degli scenari visivi, susseguendosi in forma sincopata e irregolare. Immagini e parole convergono nel tentativo di coinvolgere lo spettatore nella scoperta di una dimensione in cui intimità personale e natura convivono e costituiscono fonte preziosa di benessere interiore.
L’iniziativa è stata possibile anche grazie al supporto dello studio di europrogettazione della Dott.ssa Chiara Frontini che ha curato la presentazione della domanda. Parte rilevante del progetto è il catalogo edito da Vanilla Edizioni, con testi critici di Valentina Tanni e di Chiara Cottone. Il catalogo alterna ai testi una serie di fotografie del luogo, scattate da Eleonora Cerri Pecorella, e di still/screenshot del film, con un design realizzato da Andrea Frosolini mirato all'analogia tra i luoghi fisici e i luoghi virtuali proposti.
SCHEDA INFORMATIVA
MOSTRA: Federica Di Pietrantonio – lost in myst
LUOGO: Celleno – Borgo Fantasma, Viterbo
CONFERENZA STAMPA: 25.09.2021 – h 12.00
INAUGURAZIONE: 02.10.2021 – h 18.00
ORARI: opera diffusa e visitabile nei giorni di apertura del Borgo Fantasma
INFORMAZIONI: info@thegalleryapart.it | +39 (0)6 68809863
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Federica Di Pietrantonio federicadipiet nasce nel 1996 a Roma, dove attualmente vive e lavora. Studia Pittura presso RUFA – Rome University of Fine Arts laureandosi nel 2019, e svolge la sua ricerca-tesi 'spending free time' presso KASK (Ghent, Belgium), dove sviluppa il progetto Vacation Spot. Nel 2017 viene selezionata per Mediterranea 18 Young Artists Biennale e l'anno successivo entra a far parte di Spazio In Situ, dove lavora come artista e web designer. Nel 2020 vince con l’opera Does the body know, il premio speciale Emergenti di Fondazione Cultura e Arte nell’ambito della XIII edizione del Talent Prize promosso da Inside Art. Nel 2021, invece, viene selezionata da NAM - Not a Museum per la residenza Superblast presso Manifattura Tabacchi (Firenze) con il progetto NOT SO FAR AWAY nato da una ricerca negli ambienti virtuali dei videogiochi. Dal 2018 nasce la collaborazione con Andrea Frosolini, che dà vita ai progetti ISIT.magazine (progetto editoriale indipendente online/offline), Webby Agency (Agenzia Web focalizzata sulla progettazione e realizzazione di servizi web per artisti e professionisti dell'arte) e la coppia artistica AFFDP. Federica DI Pietrantonio ha esposto in spazi privati ed istituzionali, tra cui Manifattura Tabacchi (Firenze), Las Palmas (Lisbona), Una Vetrina (Roma), Temple University Gallery (Roma), The Gallery Apart (Roma) e Spazio In Situ (Roma).
La sua ricerca si concentra su rapporti, relazioni e processi che si sviluppano da realtà simulate o virtuali e piattaforme sociali.